Nelle applicazioni che richiedono una precisione particolarmente elevata – come la costruzione di impianti o macchine utensili, la robotica o la tecnologia medicale – sono richiesti riduttori di precisione robusti e duraturi. I riduttori epicicloidali e quelli cicloidali sono le due tipologie di riduttori maggiormente diffusi. I campi di impiego delle due tipologie si sovrappongono, tuttavia i riduttori cicloidali possono sostituire quelli epicicloidali in molte applicazioni.
Nei casi in cui il gioco e la precisione di posizionamento hanno una rilevanza fondamentale, i riduttori cicloidali offrono i dati prestazionali migliori. Essi presentano una struttura costruttiva più robusta rispetto ai riduttori epicicloidali e pertanto rendono possibili vite di servizio più lunghe. Nei riduttori cicloidali l'aumento del gioco è estremamente ridotto anche nel lungo periodo – un netto vantaggio rispetto a quelli epicicloidali, che nel corso della loro vita di servizio vanno invece incontro a un costante aumento del gioco.
I riduttori cicloidali consentono rapporti di riduzione da 30:1 a oltre 300:1 – il tutto senza pre-stadi aggiuntivi come quelli che sono invece richiesti per i riduttori epicicloidali standard. A fronte della loro struttura i riduttori cicloidali sono nettamente più rigidi e quindi compatti (circa il 50% più corti) e leggeri rispetto ai riduttori epicicloidali multistadio. Inoltre assicurano una resistenza ai sovraccarichi che arriva al 500% della coppia nominale.
I riduttori cicloidali devono queste caratteristiche al loro principio costruttivo. Grazie alla struttura costruttiva cicloidale il riduttore non ha ingranaggi nello stadio di uscita e non è esposto a forze di taglio. Ciò lo rende straordinariamente prestazionale, molto preciso ed estremamente robusto.
La trasmissione della forza mediante perni e rulli tipica dei riduttori cicloidali assicura un elevato rendimento, lunga vita di servizio e un gioco del riduttore estremamente ridotto. Il contatto quasi completo delle piastre cicloidali con i perni e la distribuzione uniforme delle forze consentono sollecitazioni elevate. Il principio di riduzione a due stadi riduce sia le vibrazioni che il momento d’inerzia e rende possibili rapporti di riduzione maggiori.
Nel caso i requisiti di gioco non siano molto elevati o siano richiesti rapporti di riduzione i < 30, i riduttori epicicloidali offrono dei vantaggi. I riduttori epicicloidali da tre elementi fondamentali: un ingranaggio solare centrale, tre o più ruote epicicloidali (satelliti) e una corona dentata a dentatura interna. Nei riduttori epicicloidali, di norma, l'ingranaggio solare trasmette il moto ai satelliti che, a loro volta, ingranano con la corona dentata, generalmente ferma. Le ruote epicicloidali sono montate sul portasatelliti che, a sua volta, trasmette il moto all'albero di uscita.
Rispetto ai riduttori a vite senza fine, nei riduttori epicicloidali vi sono minori forze che agiscono sulle ruote dentate in quanto la coppia è costantemente distribuita tra diverse ruote dentate. Tale distribuzione determina inoltre un funzionamento silenzioso senza interruzione del flusso di coppia.
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